SCELTA O DECISIONE?

L’AZIONE IMPEGNATA PER CONCRETIZZARE I VALORI
Giugno 29, 2020
Come Sviluppare Auto – compassione
Settembre 12, 2020
Show all

Noi siamo le nostre Scelte. Spesso la vita sembra ci si stagli davanti e tutt’intorno come enorme montagna o come amalgama risucchiante e noi lì… immersi in essa, considerandoci alla sua mercè, come bimbi indifesi o semplicemente come mancanti di strumenti o possibilità. Affermava il filosofo Kierkegaard che di fronte alla disperazione bisogna :“ Trovare una possibilità, perché se l’uomo rimane senza possibilità, è come se gli mancasse l’aria”. 

L’ ACT, Acceptance and Commitment Therapy, pone molto rilievo al momento della Scelta della persona. Non solo è necessario Accettare ciò che non è sotto il nostro controllo ma anche Impegnarsi (Commitment) nell’azione diretta verso i NOSTRI Valori, cioè direzioni di vita liberamente scelti e non imposti o guidati dall’esterno. 

Cosa scegliere, dunque? Anzitutto bisogna fare un’ importante distinzione fra  Decisione e Scelta perché molto spesso le due cose vengono sovrapposte e/o confuse. La decisione avviene quasi sempre come processo di Problem-Solving. Siamo abituati a risolvere i problemi, anzi, siamo abituati a voler disfarci al più presto di qualsiasi cosa ci turbi e si presenti come problema: vogliamo semplicemente eliminarlo! In che modo questo avviene? Poniamo alla nostra attenzione le due Alternative ( facciamo conto che siano due) . La nostra mente elenca da una parte le ragioni/motivi per cui dovremmo preferire quella tal cosa, e dall’altra un altro elenco di ragioni a supporto della seconda  alternativa. Il rapporto è  di causa-effetto. Causa: scelgo X, effetto: ne conseguirà Y. La mente predice, spiega, giustifica, guida tale processo  di decision-making. L’azione è decisa e guidata dalla Ragione; per es. decido di investire nelle azioni di quell’Azienda perché (a causa del fatto che) ha un buon management. La presenza di certe condizioni è la premessa necessaria (causa)  per il verificarsi di certi comportamenti (conseguenza). L’approccio è sicuramente scientifico e molti filosofi di varie correnti, hanno offerto il loro prezioso contributo. Preferisco quì far riferimento al filosofo tedesco Leibniz, poiché ritengo che ci abbia fornito il contributo più illuminante. Egli distingue fra Verità di Ragione e Verità di fatto. Le prima si basano sulla logica classica aristotelica A = A e diverso da B. Se  c’è la pioggia (causa), allora (conseguenza) prendo l’ombrello (prenderò l’ombrello necessariamente, non è possibile una scelta diversa; questa è determinata e necessaria). Nel secondo caso (Le Verità di fatto), non si agisce per un principio logico, ma per un principio di Ragion Sufficiente. Io, soggetto, sarò “inclinato” a prendere l’ombrello ma non “necessitato”: una scelta diversa è possibile!

Nella Scelta io posso giudicare, ritenere, predire una tal conseguenza  alla decisione di X ma posso ciononostante NON sceglierla. Perché si sceglie quel cibo piuttosto che quell’altro? “Non lo sappiamo” ma nonostante questo, lo scegliamo! Mettiamo che la scelta sia fra il matrimonio o la vita da single. A favore della vita matrimoniale forse ci saranno meno “ragioni” (“Avrò meno libertà”, “E’ per tutta la vita”, “E se poi non lo/la amo più”.. ) mentre a favore della vita da sigle ve ne saranno magari un numero maggiore (“Che bella la libertà”, “Posso viaggiare dove voglio”, “Avrò  meno limiti” ecc). Nonostante le ragioni siano a supporto della scelta da single, posso tuttavia Scegliere l’altra alternativa perché semplicemente è più in linea con i miei Valori. Si faccia un altro esempio: poniamo che la scelta sia fra il lavorare come matematico in una grande azienda e guadagnare molto, oppure diventare insegnante. Nel primo caso le ragioni consisteranno nell’avere un guadagno più elevato e quindi la possibilità di fare una vita più agiata, nel secondo caso avrò uno stipendio più basso e una vita meno agiata. Nonostante questo, posso ancora scegliere liberamente la seconda possibilità perché questo -forse- è in linea con un mio Valore, come ad es. quello di essere al servizio della società.

 Nell’ ACT, si invitano le persone a Scegliere le azioni piuttosto che a deciderle. Inoltre aiuta a capire che certe azioni scelte, benché siano “ragionevoli”, siano inefficaci. Spesso il paziente si sente paralizzato da conflitti che, sostenuti da logiche di Problem-Solving, non gli permettono di andare in alcuna direzione. “Posso decidere X o Y”.. “Ma se decido per X, perderò Z”… “Ma se perdo Z guadagnerò B” e così via. Perso in un guado di scelte immobilizzanti, la persona rischia di fare la fine dell’asino di Buridano (probabilmente del filosofo Giovanni Buridano, 1295-1330 circa) secondo cui un asino, posto di fronte a due cumuli di fieno perfettamente uguali, non sapendo quale scegliere, si  lasciò morire nell’incertezza. Non scegliere, infatti, significa in realtà scegliere  la paralisi, scegliere di essere il “punto Zero” (Kierkegaard). 

Ebbene, la persona può capire invece di poter Scegliere anche se non ci sono ragioni logiche! Come quando da piccoli sceglievano la mano destra o sinistra posta di fronte a noi a mò di pugno chiuso, senza alcuna ragione logica. Gli stessi Valori, sono scelti liberamente, senza bisogno di giustificazioni e approvazioni sociali. Le scelte sono libere perché avvengono senza coercizione esterna ma, naturalmente, sono condizionate dalla storia della persona.

Il Choice Point.

Un utile strumento di cui ci si avvale nell’ACT è il Choice Point, un Punto di Scelta. Giù in basso saranno poste quelle determinate situazioni difficili che una persona si trova a vivere, insieme ai pensieri negativi ed emozioni e sentimenti difficili (è ovvio che in situazioni difficili e problematiche, i nostri pensieri ed emozioni saranno molto più dolorosi e quindi ci renderanno la Scelta molto più difficile).  Le due frecce, rappresentano le Azioni “Towards” cioè “Verso” i nostri Valori, mentre la freccia rossa rappresenta le Azioni che ci spingono “Away” cioè “Via”, “Lontano” dai nostri Valori. 

Il problema è che quando le situazioni sono particolarmente difficili, è più probabile che verremo “agganciati” o diventeremo “fusi” coi nostri pensieri. Un esempio per capire il temine “agganciato” e “fuso” è il seguente: Io posso pensare: “Sono un incapace” ma se  mi “fondo” con questo pensiero, esso non sarà più solo un pensiero ma diventerà “La Verità”, quindi agirò secondo questa (supposta) ” “Verità”. Ad esempio, se  “sono” incapace, allora sceglierò la strada più facile pur essendo questa al di sotto delle mie reali competenze; potrei scegliere di andare all’Università ma se il Pensiero “Sono incapace” per me non è più solo un pensiero ma diventa una Verità inamovibile e dogmatica, andrò a svolgere una lavoro al di sotto delle mie capacità oppure non sceglierò nulla e restarò nel “punto zero”, nella paralisi.

Quando saremo fusi coi nostri pensieri, sceglieremo delle azioni “Away”, quando saremo de-fusi, sceglieremo delle Azioni “Towards” cioè “Verso”.

Abbiamo bisogno dunque di abilità che ci insegnino a Defonderci e a Chiarire quali siano le nostre azioni “Verso”.

Dott.ssa Angela Varasano

Psicologa e Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale

Via Pitrè 1, Angolo Via Livorno

(Zona Piazza Bologna)